lunedì 27 gennaio 2014

DON ZENO SALTINI: UN PRETE SCOMODO

        Don Zeno Saltini nacque a Fossoli di Carpi  da una ricca famiglia di proprietari terrieri. Laureatosi a 27 anni si fece sacerdote, dedicando subito la sua vita ai più poveri. Durante la dittatura fascista fondò, a sue spese,  l’Opera Realina, una specie di fabbrica nella quale preparava al lavoro i ragazzi che per ragioni varie si trovavano in difficoltà e rischiavano di finire in mezzo ad una strada. Molti di questi ragazzi erano di famiglie antifasciste ed avevano i genitori in carcere o senza lavoro perché perseguitati dal regime.  Aveva anche creato una scuola  con palestra che accoglieva i ragazzi anche nel periodo estivo delle vacanze scolastiche. Ci sono andato anch’io e ne conservo ancora un caro ricordo. Era posto sotto il voltone nell’oratorio della chiesa. Durante questo periodo don Zeno non era tanto ben visto dai fascisti, ma veniva tollerato. Durante la lotta partigiana don Zeno si schiera apertamente con i partigiani e, a guerra finita partecipa attivamente alla vita politica cittadina.  Nell’immediato dopoguerra nella Piazza Martiri a Carpi, di fronte ad una grande folla pronuncia il suo appello “FE DU MUCH” Fate due mucchi, qurello dei lavoratori e quello di che sfrutta il lavoro altrui e la vittoria sarà vostra. Contro di lui intervenne anche la Santa Sede che gli tolse  i sacramenti da prete. Ma don Zeno non si arrese.

     Nell’ex campo di concentramento di Fossoli fondò Nomadelfia e raccolse le famiglie degli italiani espulsi dalla Iugoslavia di Tito e ragazzi e sbandati che la guerra aveva creato a piene mani. Per il loro sostentamento mise a loro disposizione un podere di sua proprietà a Fossoli e raccolse le offerte di alcune società e di privati. Però anche qui, dopo parecchi anni si trovò in contrasto con  i sommi della Chiesa e fu costretto a sciogliere la comunità.  Ma, ancora una volta, non si arrese.

     A Grosseto fondò una nuova Nomadelfia alla quale dedicò tutta la sua vita, fino alla morte. La comunità di Nomadelfia celebrò la sua morte per alcuni giorni con eventi che furono trasmessi anche dalla televisione nazionale. Io penso che don Zeno sia stato un promotore di una nuova forma di convivenza sociale che potrebbe essere di esempio per il futuro del nostro paese. Ha scritto anche varie opere, fra cui mi piace ricordare “Fra le zolle” di cui conservo copia.

   Ho scritto queste poche righe sulla vita di Don Zeno Saltini perché penso che vada ricordata come quella di tutti quelli che hanno dedicato la loro vita al bene della società. In particolare spero che Carpi lo onori sempre come merita questo suo nobile figlio.

    Leone Sacchi   Bologna 27/10/2013

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