La prima cagnetta che abbiamo avuto era una
laica. Ce l’aveva portata un dipendente del caseificio. Sembra che l’avesse
avuta da un circo. Sapeva fare molti esercizi ed era sicuramente molto
intelligente. Quando mangiavamo le noccioline allungava una zampetta sulle
ginocchia e sembrava dicesse: ci sono anch’io. Mia moglie Maria non voleva che
andasse sul letto di nostra figlia Emilia. Quando sentiva i passi di Maria,
forse con la complicità di Emilia, si nascondeva sotto le lenzuola. Quando ha
partorito i suoi cuccioli li mostrava volentieri e sembrava dicesse: guardate
come sono belli. Dopo qualche mese li abbiamo regalati a vari amici del
vicinato e lei li andava ad allattare tutti. Quando Emilia ha cominciato a
studiare a Bologna Laica ha imparato l’orario della corriera e l’andava ad
aspettare alla fermata.
Purtroppo Laica ha fatto una fine tragica.
Durante i lavori di smantellamento del caseificio la cagnetta è salita su un
cumulo di macerie ed è rimasta fulminata. Abbiamo pianto come per la scomparsa
di un congiunto.
Qualche anno dopo abbiamo preso una
cagnetta collie che abbiamo chiamato Lassie. Anche quella era molto affettuosa
ed intelligente. Aveva imparato a giocare a pallone con il muso e faceva il
portiere. Lassie è morta di vecchiaia.
In
casa di mio fratello Sergio c’era un cane lupo, che non ammetteva che ci si
sedesse sulla sua poltrona. Quando Sergio è morto saltava sulla cassa e non
voleva che la portassero via.
Anche in casa di mia moglie ci sono sempre
stati i cani. Maria mi raccontava che quando si è sposata avevano una cagna
che, quando c’era pericolo di pioggia le mettevano degli indumenti sulla
schiena e lei li portava ai famigliari che lavoravano nei campi.
Si dice che
il cane è il migliore amico dell’uomo ed è certamente vero. Non credo sia
altrettanto vero il contrario.
Leone Sacchi Bologna 11/12/2013
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