In questi giorni si sta rifacendo la storia
nella ricorrenza della tragedia delle foibe, nelle quali furono assassinati e
gettati tanti poveri italiani innocenti. A capo del movimento partigiano
iugoslavo c’era Tito che ha combattuto per liberare il suo paese dall’Italia di Mussolini e dalla dittatura
fascista. Oggi per poter parlare e giudicare quella tragedia con tutto l’orrore
che merita bisogna cominciare dagli eventi che l’hanno preceduta. E’ necessario
non per giustificare gli eventi successivi, ma per capire come si è potuto
arrivare alle foibe in Istria e Dalmazia nell’immediato dopoguerra.
Intorno al 1938, mi sembra, ma data
la mia età la data potrebbe non essere proprio esatta, la Iugoslavia fu invasa ed
occupata dagli squadristi fascisti
inviati da Mussolini. Io non ho
testimonianze dirette di quello che hanno fatto i fascisti in Iugoslavia, ma, a
giudicare dalle efferatezze compiute in Italia, si può bene immaginare le
violenze di cui possono essere stati protagonisti contro le popolazioni civili. Credo che
ricerche in questo senso ne siano state fatte e pubblicate in Iugoslavia, ma da
noi nessuno ne parla ed i giovani, non ne sanno assolutamente nulla. Chiedo che
da parte del governo e di tutte le autorità competenti venga fatto il possibile
per informare le giovani generazioni sulle tragedie del nostro passato per
estirpare la mala erba del razzismo e dell’odio che nel recente passato ha
attecchito anche da noi e che sta rispuntando in modo preoccupante.
Leone Sacchi, partigiano che con la moglie
Verzani Maria ha dato il suo modesto contributo alla lotta per la libertà.
Leone Sacchi Bologna
10/02/2010
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