Nel corso dei secoli, molte società si sono succedute dal cannibalismo fino
all’avvento della società capitalista, che ha portato enormi benefici a tutta
l’umanità.
Con l’avvento delle nuove tecnologie, sia i padroni, datori di lavoro e gli operai
hanno goduto di molti benefici e privilegi del benessere, però nella rincorsa di
sempre maggiori guadagni, siamo arrivati a una sovrapproduzione che ha creato la
crisi che ora si sta ripercuotendo in tutto il mondo.
I potenti della terra, che hanno sempre dominato il mondo, cercano tutte le vie per
la loro sopravvivenza.
Io però qua, nella mia forse fantasia, penso a una nuova forma di convivenza:
prendo come esempio - forse puerile - il contadino. Una volta, per arare la terra
adoperava l’aratro a mano; con l’avvento delle nuove tecnologie, egli ha ridotto di
molte ore il suo lavoro. Così non è stato da parte dei padroni, di modo che - nella
situazione attuale – molte fabbriche hanno chiuso o sono fallite; altre ancora, per
sopravvivere, hanno ridotto la manodopera, licenziando e aumentando nel paese la
miseria e la disoccupazione. Perciò, pensando al contadino, alla riduzione delle ore
di lavoro, penso che per risolvere la crisi attuale ci sia bisogno della riduzione delle
ore di lavoro in tutti i settori della produzione, per dare lavoro a tutti. Per rendere
possibile la riduzione delle ore di lavoro, si rende necessario che le tecnologie del
lavoro - ora nelle mani di poche persone – diventino un bene comune per tutta
l’umanità.
Non so se questa rimarrà solo fantasia o se nel corso del tempo sarà realtà.
Comunque sia, io non lo saprò.
Leone Sacchi
Badi, 16 agosto 2013
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