giovedì 9 gennaio 2014

LA CRISI DELLA SOCIETÀ CAPITALISTA

Nel corso dei secoli, molte società si sono succedute dal cannibalismo fino

all’avvento della società capitalista, che ha portato enormi benefici a tutta

l’umanità.

Con l’avvento delle nuove tecnologie, sia i padroni, datori di lavoro e gli operai

hanno goduto di molti benefici e privilegi del benessere, però nella rincorsa di

sempre maggiori guadagni, siamo arrivati a una sovrapproduzione che ha creato la

crisi che ora si sta ripercuotendo in tutto il mondo.

I potenti della terra, che hanno sempre dominato il mondo, cercano tutte le vie per

la loro sopravvivenza.

Io però qua, nella mia forse fantasia, penso a una nuova forma di convivenza:

prendo come esempio - forse puerile - il contadino. Una volta, per arare la terra

adoperava l’aratro a mano; con l’avvento delle nuove tecnologie, egli ha ridotto di

molte ore il suo lavoro. Così non è stato da parte dei padroni, di modo che - nella

situazione attuale – molte fabbriche hanno chiuso o sono fallite; altre ancora, per

sopravvivere, hanno ridotto la manodopera, licenziando e aumentando nel paese la

miseria e la disoccupazione. Perciò, pensando al contadino, alla riduzione delle ore

di lavoro, penso che per risolvere la crisi attuale ci sia bisogno della riduzione delle

ore di lavoro in tutti i settori della produzione, per dare lavoro a tutti. Per rendere

possibile la riduzione delle ore di lavoro, si rende necessario che le tecnologie del

lavoro - ora nelle mani di poche persone – diventino un bene comune per tutta

l’umanità.

Non so se questa rimarrà solo fantasia o se nel corso del tempo sarà realtà.

Comunque sia, io non lo saprò.

Leone Sacchi

Badi, 16 agosto 2013

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