giovedì 9 gennaio 2014

LA MIA FORMAZIONE CULTURALE E POLITICA

Sono nato da una famiglia povera. Mio padre, fin da bambino incominciò a lavorare come garzone presso un casaro. Da adulto diventò egli stesso casaro in un caseificio di proprietà della famiglia Segré dove si sposò con mia madre, Sgarbi Filomena. Dopo due anni di permanenza in quel caseificio venne assunto come casaro nella Latteria Sociale di Migliarina di Carpi ove nacqui io ed i miei quattro fratelli. Marino, il primo, nacque nel 1905, Alfredo nel 1907, Sergio nel 1909, Duilio nel 1910 ed io, l’ultimo, nel 1913. Rimanemmo alle dipendenze di quel caseificio per 47 anni. Lì mi sono sposato anch’io ed è nato mio figlio Corrado.
   A sei anni incominciai la scuola e contemporaneamente cominciai anche a studiare musica fino ad imparare a suonare il violino. Frequentai le ultime classi elementari fino alla quinta presso le scuole diurne di Carpi. La sesta la frequentai in un corso serale. Questa fu la mia preparazione scolastica.
   Avido di letture, incominciai a leggere tutte le opere di Salgari e non vedevo l’ora di finire un romanzo per incominciarne un altro. Poi passai al grande scrittore francese Alessandro Dumas e di lui pure mi sono bevuto tutte le opere. Successivamente cominciai a leggere i libri di mio fratello, Marino, appassionato di letteratura, e passai ad opere più impegnative della cultura europea. Forse i primi furono quelli di Jack London con “Il richiamo della foresta” e poi  il “Tallone di ferro”, che era stato messo al bando dalla dittatura fascista. Se si veniva trovati in possesso di quel libro, come di tanti altri, si veniva messi in galera e processati, perciò bisognava leggerlo di nascosto. In seguito passai ad alcune opere di leone Tolstoi e poi a “La Madre” di Massimo Gorki, ad alcune opere di Dostoievski e di altri sommi sacerdoti della cultura europea. 
    Queste sono le fonti culturali che, ancora oggi a 92 anni compiuti il 20 di febbraio, mi danno ancora la possibilità di raccontare episodi, che si sono svolti nell’arco di quasi un secolo di vita italiana.
     Ma la fonte principale della mia formazione politica fu mio fratello Marino. A te voglio quindi dedicare questo racconto.
     Nel 1925 eravamo ancora senza corrente elettrica e mi ricordo che il babbo ti veniva a portare una candelina sul comodino. Tu leggevi  fino a quando la candelina non era finita e, quando il babbo veniva a chiamarti per i lavori in caseificio, lo sentivo che brontolava per il consumo della candela.
     Conservo anche altri ricordi di quel periodo. Eravamo intorno agli anni trenta. I signorotti, soci e proprietari del caseificio, del quale noi eravamo dipendenti, si radunavano la domenica pomeriggio nel piazzale dell’osteria. Mi ricordo che tu allora dicevi che nell’arco di 50 o 60 anni sarebbero scomparse tutte le stalle dalle case dei contadini, che sarebbero sorte stalle moderne con centinaia di mucche e che i quattro caseifici di Migliarina si sarebbero ridotti al massimo ad uno. Mi ricordo che ti ascoltavano come se raccontassi cose da fantascienza. Però tacevano, non sapendo valutare se questo sarebbe stato un bene od un male per loro.
     Fosti tu, caro Marino ad offrire il primo rifugio a Sandro Cabassi quando decise di darsi alla latitanza. Sandro Cabassi, Medaglia d’Argento al Valor Civile, che ha immolato la sua vita per la libertà; ma quanti altri sono stati i giovani ai quali hai dato una educazione politica e che poi sono entrati nelle formazioni partigiane!
    Nell’immediato dopoguerra fosti assessore nel Consiglio Comunale della Liberazione, su designazione del Partito Comunista. Fino alla fine della tua vita hai continuato ad esserci maestro nel cammino della nuova vita democratica del nostro paese. Quando la morte ti ha colto avevi solo 73 anni.
    Caro fratello, tu per me sei stato anche un maestro ed io rimarrò per sempre il tuo discepolo.
Ciao, Marino.

Leone Sacchi                                                                               Bo. 25/02/05 

Nessun commento:

Posta un commento