giovedì 9 gennaio 2014

LE RIFLESSIONI DI UN VECCHIO COMUNISTA


Avevo otto anni quando il 21 gennaio del 1921, dalla scissione del Partito Socialista, sorse a Livorno il Partito Comunista Italiano. Pieni di entusiasmo per l'avvento al potere dei comunisti nell'Unione Sovietica, con la speranza che anche per l'Italia potesse iniziare un'epoca di democrazia e di sviluppo sociale e civile.
Il nostro paese era uscito vittorioso dalla guerra 1915-18, ma con un tremendo bilancio sociale per l'elevato numero di perdite di vite umane e con un pesante bilancio per l'economia del paese, massa a dura prova per le spese sostenute per far fronte allo sforzo bellico.
La parola "comunismo" destò subito in me la speranza che si aprisse un'epoca di più equa distribuzione dei beni della Terra. Purtroppo però la storia successiva, caratterizzata più dalla sete di potere che dalla ricerca di giustizia, si è premurata di infrangere nel sangue tutte le speranze che io, insieme a tanti e tanti italiani, avevo posto in questi principi.  
Da allora, nel corso degli anni, le nuove tecnologie ci hanno consentito di raggiungere livelli di benessere inimmaginabili ed impensati. Ma anche questo non ha risolto i problemi dell'umanità. Anzi li ha aggravati.
E' cresciuto il divario fra paesi poveri e paesi ricchi, sono cresciute la fame, la miseria le malattie e le guerre. L'inquinamento dell'aria e delle acque, l'inquinamento termico, l'uso indiscriminato di tutte le tecnologie, stanno minacciando il clima e l'ambiente con gravi conseguenze per la salute degli esseri viventi e quindi anche dell' uomo.
Ormai è evidente davanti agli occhi di tutti che tutte queste tecnologie, sia quelle militari che quelle civili sono nelle mani dei potenti della terra che le possono usare, e le stanno usando,  contro l'umanità.
Io penso che nessun scienziato abbia dato al mondo le sue scoperte per distruggere, ma per migliorare la vita dell'uomo sulla terra e spero ancora che il bene finisca per prevalere sul male che oggi minaccia l'umanità. Del resto abbiamo ancora tanti scienziati e tanti uomini e donne di buona volontà che si prodigano, giorno per giorno per combattere i mali individuali e collettivi che oggi affliggono l'umanità per contrastare l'azione di chi, guardando solo al proprio interesse personale o di gruppo, è disposto a tutto.
Tornando al concetto di "comunismo" ed a quello che quel termine ha evocato in me per tutta la vita oggi posso in tutta coscienza dire che quello che rimane di importante in me di quella ideologia è il bisogno di giustizia sociale e di giustizia fra i popoli. L'esigenza che tutti i popoli si uniscano per sconfiggere la morte e per mettere tutte le conquiste della tecnologia al servizio del benessere delle genti che popolano la terra.   


Leone Sacchi

12-02-2007

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