giovedì 9 gennaio 2014

L’eccidio nelle prigioni di Carpi


     Cari amici, che avete avuto la pazienza di leggere alcuni miei scritti nel corso di questi anni.
     Questa volta mi sento in dovere di intervenire a proposito di un articolo del dott. Colli, apparso sull’ultima pubblicazione della serie “CARPI DI IERI” dal titolo “AN N’E’ MAI ABASTA”. L’articolo al quale mi riferisco “UNA STRAGE NELLA NOTTE” a pag. 152 reca la testimonianza di un sopravvissuto Enzo Cavazza, secondo il quale all’eccidio era presente il comandante partigiano Omar Bisi.
     Posso affermare con certezza che le dichiarazioni di Cavazza , secondo il quale Bisi  partecipò a quell’eccidio e forse ne fu il mandante, non sono veritiere. Forse il Cavazza ha fatto il nome di Omar Bisi perché sinceramente convinto di averlo riconosciuto durante quell’eccidio, che noi tutti abbiamo sempre condannato, o forse fu convinto da qualcuno per colpire attraverso la sua figura tutto il movimento partigiano, in una logica di contrapposizione frontale fra il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana. Bisi allora fu incarcerato e poi rimesso in libertà perché riconosciuto innocente. In quel clima avvelenato dalla lotta politica, capitò la stessa cosa al sindaco di Correggio, imputato dell’assassinio del parroco di San Martino don Pessina. Solo a distanza di molti anni e dopo una lunghissima detenzione in carcere fu riconosciuto innocente e furono individuati i veri responsabili: quattro giovani scapestrati, rei confessi.
  Nel caso dell’eccidio delle carceri è noto che l’azione fu compiuta dal comandante Nardo, che fu ucciso poco dopo all’uscita dal Municipio di Carpi, di fronte al cinema Fanti. Ma questa è una pagina di storia sulla quale non è mai stata fatta luce e l’omicida è rimasto sconosciuto. Gli altri componenti del gruppo di fuoco sono stati tutti condannati ed hanno scontato molti anni di carcere o hanno dovuto vivere in esilio. Qualcuno era anche mio conoscente.
   Fra i fucilati di quella notte c’era anche un certo Vailati che era stato arrestato a cibeno. Era stato portato nella sala dell’osteria e le donne inferocite lo schiaffeggiavano e sembrava volessero linciarlo. Il poveretto aveva creduto di respingere le sue responsabilità dicendo che lui schiacciva soltanto le unghie ai detenuti per farli parlare. Io, avvertito di quanto stava accadendo, sono intervenuto, come presidente del CLN di Cibeno per interrompere quelle intemperanze e far consegnare il Vailati alle autorità perché noi non potevamo diventare degli assassini.
   Purtroppo l’odio ed i patimenti della guerra ed infine anche l’amarezza per il condono di Togliatti, hanno armato la mano di alcuni sbandati che, ignorando anche gli appelli del Partito Comunista, hanno dato corso ad alcune vendette che hanno messo in cattiva luce l’operato del movimento partigiano nel suo complesso e dei tanti che hanno immolato la vita per la libertà.
    Mi sono permesso di fare queste precisazioni perché la limpida figura di Omar Bisi, medaglia d’oro della libertà non può e non deve essere sfiorata da alcun sospetto e mi auguro che quanto prima il Dott. Colli voglia provvedere fugare ogni dubbio in merito.
   
    Colgo l’occasione per formulare a voi tutti ed alle vostre famiglie i più sinceri auguri di Buone Feste.
Con stima, distinti saluti,

Leone, Maria e famiglia Sacchi

10-12-2010

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