giovedì 9 gennaio 2014

PADRONI E SERVI

Negli anni intorno al 1930, mio fratello Marino prediceva ai soci del caseificio ove

mio padre era casaro, le trasformazioni che sarebbero venute nel campo agricolo

nel corso di 50 anni. I soci, in gran parte proprietari terrieri, ascoltavano senza

conoscenza di questi nuovi avvenimenti, forse pensando se era a loro beneficio o

viceversa.

Mio fratello Marino, quello che raccontava non era frutto della sua fantasia, ma

l’aveva letto nel “Tallone di Ferro” di Jack London. Allora il libro era proibito da

Mussolini e chiunque venisse trovato in possesso del libro, sarebbe andato a finire al

confino o in galera.

Chi avrebbe detto, cento anni fa, quando i negri venivano portati schiavi in America,

che un nero sarebbe diventato Presidente degli Stati Uniti? Così come noi, in Italia

adesso abbiamo nel governo Letta una donna nera ministro, nella quale io ripongo

ottima fiducia e simpatia. Comunque queste evoluzioni non sono avvenute senza

spargimento di sangue (vedi la guerra di secessione in America).

Attualmente noi, nella società capitalista in cui viviamo da tanti anni, abbiamo

vissuto la nostra vita con i padroni e i servi. La convivenza è stata benefica rispetto

alle precedenti forme di vita sociale; ora però, attraverso le nuove tecnologie,

questa forma di convivenza si sta esaurendo.

Speriamo che il passaggio a nuove forme di convivenza avvenga in maniera pacifica

e benevola. Speriamo che i padroni, per non rinunciare ai propri privilegi non

facciano uso dei mezzi distruttivi in loro possesso e che il passaggio a una nuova

forma di convivenza sia nell’avvenire di beneficio per tutta l’umanità.

Leone Sacchi

Badi, 25 agosto 2013

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