mercoledì 30 aprile 2014

2014-04-30 LA MIA DIGNITA' PERSONALE

LA MIA DIGNITA’ PERSONALE
      Sono cinquant’anni che scrivo  articoli o lettere pubblicate anche su giornali e riviste. Per i miei centouno anni mia nipote Katia mi ha aperto un blog sul quale ha inserito gli scritti degli ultimi dieci anni.
    Io non ho conseguito grandi studi . La mia formazione culturale me la sono fatta  attraverso la lettura dei grandi scrittori, in particolare dell’ottocento e del primo novecento.
     Molti potrebbero pensare che , avendo due figli laureati, ci sia nei miei scritti anche il loro contributo. Ci tengo invece a precisare che, condivisi o no, sono tutti frutto soltanto della mia fantasia e delle mie idee.
     Ultimamente mi è molto diminuita la vista e faccio fatica a scrivere anche a macchina perciò ho bisogno che mio figlio li corregga prima di spedirli. Però ci tengo a precisare che, condivisi o no , gli articoli sono esclusivamente miei e che i miei figli o chi per essi non c’entrano in nulla e per nulla.

    Leone Sacchi                                Bo 30/04/2014

martedì 15 aprile 2014

2014-04-15 UN RACCONTO DELLA LOTTA PARTIGIANA A CIBENO

UN RACCONTO  DELLA LOTTA PARTIGIANA A CIBENO
  Eravamo nel mese di Dicembre del 1945. I partigiani locali si erano accordati  col presidente del caseificio, Ennio Gandolfi,  per prelevare 10 maiali , prima che venissero requisiti dai tedeschi.
   Purtroppo, per un disguido o per una incomprensione, il dott. Gandolfi si recò al commissariato a sporgere denuncia di furto il giorno prima che il furto fosse perpetrato. Fatto sta che quando i partigiani si presentarono a notte fonda per prelevare i maiali, si trovarono circondati dalle truppe mongole e furono costretti alla fuga.
    I mongoli a quel punto si fecero aprire le porte del caseificio ed entrarono in casa nostra. Mia moglie Maria cercò di far loro intendere che noi non sapevamo nulla di quello che era accaduto e che avrebbero dovuto rivolgersi al presidente che  abitava a Carpi. Ma loro continuarono a girare per casa fino alle quattro. Alla fine se ne andarono portando via una coppa di maiale che avevamo appena macellato e due forme di formaggio del caseificio. Ma loro non sapevano che si  trattava di forme fatte con il latte scremato, prive di valore alimentare,  che venivano usate per fare bottoni.  Il dott. Gandolfi, informato del furto volle fare denuncia, anche se il danno era insignificante, e volle che io lo accompagnassi.
   Ci recammo dunque a villa Chiti, sede del comando delle truppe mongole e li  Gandolfi fece la sua denuncia. I mongoli negarono che fossero state sottratte delle forme di formaggio, ma quando lo stesso presidente dichiarò che non erano commestibili andarono a prendere le forme e le fecero ruzzolare fuori dalla porta gridando “prendile, vecchio cretino”.  Il dott. Gandolfi voleva che io le andassi a raccogliere, ma io mi sono allontanato il più rapidamente possibile per paura di prendere anche una schioppettata nella schiena.  

   Leone Sacchi                    Bologna 15/04/2014     leonesacchi.blogspot.it/

domenica 13 aprile 2014

2014/04/13 LA VIOLENZA DA QUALSIASI PARTE...

LA VIOLENZA DA QUALSIASI PARTE
    Sembra certo che i due in motocicletta quando è stata assassinata la scorta di Moro  facessero parte dei servizi segreti. Se così fosse significherebbe che il delitto Moro era stato predisposto in alto loco. Se la memoria non mi tradisce, sembra che in America avesse avuto un ammonimento per la collaborazione con il partito comunista. Questo significa anche che i servizi segreti si sono serviti di personaggi dell’estrema sinistra per poter attribuire a lor la responsabilità del delitto Moro. Perché i due motociclisti non sono mai stati interrogati per sapere la verità sui veri mandanti del rapimento e poi dell’omicidio? Forse per paura che la verità turbi l’opinione pubblica?
    Mi sono  ricordato della tragica fine dell’On Moro, vedendo alla televisione quello che è successo ieri a Roma e quelle violenze che disonorano l’Italia e gli Italiani. Ancora una volta qualche potere forte pesca nel torbido per creare il caos e continuare a difendere i propri interessi a danno dei lavoratori.
    Mi domando ancora una volta perché non si mettono all’ergastolo gli esecutori di quelle violenze e non si perseguono i mandanti, di qualsiasi provenienza essi siano? Pene esemplari  come per qualsiasi altro delitto e per banda armata agli esecutori materiali e pene ancora più severe per i mandanti.
Leone Sacchi                                         13/04/2014

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venerdì 11 aprile 2014

2014-04-11 IL PROSIEGUO DI UNA LUNGA VITA

IL PROSIEGUO DI UNA LUNGA VITA
       La mia vista si è molto affievolita  per l’atrofia del nervo ottico di destra, subita a causa di un incidente in bicicletta, ma anche per l’età avanzata che ho raggiunto. Ma mi ritengo fortunato perché riesco ancora a scrivere qualcosa, un po’ per la pratica che ho acquisito sulla mia cara Olivetti, ed un po’ perché Corrado mi corregge gli errori di battitura prima di spedire i testi via internet.
     In questo modo riesco a pensare alle cose che mi interessano e poi a trasmetterle via internet. Però, mentre sto scrivendo, se qualcuno mi interrompe, ho bisogno di farmi rileggere quello che ho scritto per poter ripartire, poiché io non riesco a leggere quello che ho scritto.
     Voi potreste dire: ma chi te lo fa fare? E in qualche modo potreste anche avere ragione. Ma alla mia età, se non riuscissi più ad essere partecipe dei problemi che affliggono la società, mi ripiegherei su pensieri tristi che solleciterebbero la mia fine.
    In queste condizioni, anche se difficili, mi sorreggono e mi dicono: Leone tira avanti con la fortuna di aver avuto e di continuare a godere di una vita degna di essere vissuta.
    Leone Sacchi                             11/04/2014

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martedì 8 aprile 2014

2014-04-08 I FRUTTI DEL SAPERE

I FRUTTI DEL SAPERE
      Se tornassero al mondo i nostri antenati rimarrebbero stupiti dalle nuove tecnologie. Con un dito su un computer si possono svolgere lavori materiali che sono costati  fatiche immani. Partendo dalla mia esperienza personale, quando andavo nel magazzino a pulire le forme di formaggio. Dovevo toglierle dalle scaffalature, pulirle, rigirarle e rimetterle al loro posto. Avevo fatto dei muscoli come quelli di un lottatore. Adesso si preme un bottone e la macchina esegue tutte le funzioni.
   Questa è solo una piccola cosa di quanto oggi può fare la tecnologia in tutti i settori agricoli ed industriali. E chissà che non si arrivi un giorno anche a trovare un pianeta sul quale l’esistenza umana possa prosperare.
    Forse chissà in un futuro non lontano si potranno raggiungere altri pianeti per sviluppare ulteriormente la civiltà umana.
    Queste sono le fantasie di un ultracentenario che già ha avuto la fortuna di beneficiare di qualche frutto delle nuove tecnologie e di intravvedere i possibili sviluppi per le nuove generazioni.
    Leone Sacchi                                                 Bo 8/4/2014

lunedì 7 aprile 2014

2014-04-07 L’ONU e l’Italia che ripudia la guerra

L’ONU e l’Italia che ripudia la guerra
  Con le insegne dell’ONU, l’Italia che ripudia la guerra, è in parecchie parti del mondo con militari che, si dice difendano la pace.
   Io non ho mai visto che la pace si difenda con le armi spianate e pronte a sparare come è successo in Iraq e poi in Afganistan, dove purtroppo sono caduti tanti italiani,  vittime innocenti. Con quali risultati poi?
   Da quando mondo è mondo la violenza porta violenza e questo è quello che sta avvenendo ovunque dove  c’è l’ONU e quindi gli Stati Uniti.
    Ora si sta procedendo al ritiro delle truppe  così dette di pace.  Però, se ho ben capito , l’Italia lascierà una parte del proprio contingente a fianco del governo in carica per istruire i loro soldati sull’uso delle armi.  Non so se questo sia sempre su mandato dell’ONU o se sia un’iniziativa autonoma dell’Italia. Comunque sia, noi che per Costituzione  dovremmo ripudiare la guerra, siamo sempre esposti a pericoli di rappresaglia.
    Io spero che il governo attuale, presieduto  dall’On. Renzi  prenda in esame questa grave situazione e che  nei paesi in crisi mandi non armi ma prodotti alimentari ed industriali, in cambio di prodotti di loro produzione, di cui abbiamo bisogno.
    Dalle tragiche esperienze con le armi spero che il governo ed il popolo italiano, come tutti i popoli amanti della pace, tragga gli utili insegnamenti per il bene e l’avvenire del genere umano.
   Leone Sacchi                        7-04-2014


domenica 6 aprile 2014

2014-04-07 Bruno ha scritto

Caro Leone, ogni volta riesci a comunicare "emozioni"!  Questa immagine del "tuo", anzi del "vostro" treno, tuo e della tua cara Maria è davvero carica di significato, piena di passione e di amore che vivono ancora, anche alla tua bella età.  In fondo è proprio questo il messaggio: la vita va vissuta intensamente, anche quando propone sofferenza e malinconia e il viaggio - lungo o breve che sia - dobbiamo percorrerlo fino in fondo con la stessa partecipazione...se non altro perchè per tutti c'è una stazione di arrivo.   Ciao, grazie per le tue pillole di saggezza,
 
bruno pizzica
segreteria regionale SPI CGIL ER
335 5775064

giovedì 3 aprile 2014

2014-04-03 L’AMORE E’ UN TRENO CHE FILA AL SERENO

   L’AMORE E’ UN TRENO CHE FILA AL SERENO
    “Tra monti e vallate fermate non ha”.
Questa è la strofa di una vecchia canzone. Purtroppo però, nella realtà anche i treni hanno la loro fine corsa, dovuta al logorio del lungo percorso.
   Io e mia moglie Maria siamo saliti sul treno dell’amore il 13 di Ottobre dell’anno millenovecentotrentacinque. Nel nostro percorso abbiamo messo al mondo due figli: Corrado, oggi settantottenne ed Emilia di settantadue, attorniati da quattro nipoti e dieci pronipoti, prima della fine del percorso di mia moglie, avvenuto il sei gennaio del duemilatredici, all’età di novantasette anni.
     Ora su quel treno sono rimasto io, privo di quell’amore vissuto per  settantasette anni oltre ai cinque di fidanzamento, record quasi massimo che la vita possa concedere. Per questo posso dire che la vita ci ha baciati.
    Ora su quel treno che fila al sereno sono rimasto senza la compagna della mia lunga vita con tanti ricordi e tanta malinconia col nostro amore che rimarrà per l’eternità.
     Fin dalla nascita ognuno ha il suo treno con un percorso che si spera possa essere lungo e felice.
     Anche il paese ha il suo treno, quello di Renzi, che speriamo sia quello della salvezza, per il bene di tutti e soprattutto delle giovani generazioni.
Leone Sacchi                          03/04/2014